“Percezioni Spaziali” è il nome di un’installazione fotografica in cui si mette in gioco il ruolo della percezione della realtà, dando diversi punti di vista evocanti un sottile confine tra ciò che è reale e quello che ne è la sua percezione, con un chiaro riferimento all’opera di Magritte. Fondamentale l’utilizzo di idee, processi mentali governati dalla necessità, dallo sforzo di esser onesti e sinceri con se stessi, dal desiderio di scoprire e comprendere le origini ( e le radici) di ciò che si “vede”. Nulla di più e nulla di meno.
Ricerca dell’Essenza, dei valori primordiali insiti nella natura dell’Essere Umano. Nessuna apparenza, solo concetti rappresentativi.
Non c’è motivo alcuno di attribuire al visibile più importanza dell’invisibile, nè l’inverso. Ciò che non manca di importanza sono le sensazioni, suscitate di fatto dal visibile e dall’invisibile, che possono essere evocate dal pensiero che unisce le cose nell’ordine richiamato dall’esperienza e dall’equilibrio. Avere percezione dell’invisibile significa saper costruire meglio il visibile. L’invisibile non si può render visibile. Le emozioni, le sensazioni, i sentimenti, i nostri pensieri non possono essere fotografati. Quello che si può fare, è rappresentarne la propria idea.
Installazione
Essendo il patrimonio artistico e la valorizzazione del territorio i temi importanti, ho pensato di sviluppare un
progetto fotografico riguardante l’impatto umano sul territorio utilizzando la tecnica dell’ esposizione multipla. L’uso di questa
tecnica permette di creare metafore e scenari per interpretare il presente e immaginare il futuro. I soggetti delle fotografie sono tutti
ripresi in quella fascia di territorio che va dal Monferrato alla Langa astigiana. Parte della serie fotografica prende in considerazione il territorio e le attività umane che lo hanno contraddistinto,attività rurali e coltivazioni (in alcuni casi monoculture) che hanno plasmato il territorio e ne hanno decretato il suo eterno profilo, i dettagli e le azioni comportamentali.Un’altra parte della serie è contraddistinta dalla sovrapposizione di elementi di sviluppo economico ed industriale nel contesto naturale. Questo determina un contrasto visivo e sociale che crea un senso di non appartenenza, una volontà di sottrazione di elementi non naturali che evoca un’ etica di ricerca dell’essenzialità. Un’ esigenza interiore a non aggiungere altro a questo mondo,ma al contrario a toglierlo di mezzo.
L’ esposizione delle fotografie è lineare,per permettere allo spettatore di fare un viaggio in avanti nella trasformazione dell’ambiente
oppure di andare a ritroso; quest’ultimo aspetto è fondamentale nella ricerca di adeguate idee di progettazione degli spazi ambientali e della percezione degli habitat .
Esposizione Multipla
L’esposizione multipla consiste nel creare un’immagine attraverso la sovrapposizione di più immagini ottenute in diverse esposizioni.
Questa, è una delle tecniche più affascinanti delle fotografia, anche se relativamente poco utilizzata. L’abbiamo vista impiegata dalle
avanguardie e in seguito è stata molto più utilizzata nel cinema rispetto alla fotografia. Certo, ciò che ancora spaventa di essa è il
caso, ma ciò che sorprende è la capacità di contrastarlo, di far emergere accostamenti, coincidenze, corrispondenze. Poi c’è l’idea
del tutto attuale del “pensare per immagini”, lasciarle esprimere, scrutarle, farle dialogare. E ancora, da un lato c’è l’effetto per cui tutto diventa trasparente, fantasma, come alle origini della fotografia quando le persone si muovevano e la posa lunga ne catturava solo il passaggio; dall’altro c’è il mirabolante riempimento all-over dell’immagine, che dà un’idea di infinito, di moltitudine, di spazi e di tempi intrecciati ed estesi.